Si può davvero guadagnare grazie a Spotify? Scopriamolo insieme! Avete mai pensato di usare Spotify per pubblicare e distribuire brani, album ed EP online negli store digitali in streaming? Come dice quel detto, “se puoi sognarlo puoi farlo” effettivamente con Spotify è possibile guadagnare!
Oggi infatti può essere un’opportunità d’oro guadagnare con Spotify, molti artisti emergenti e indipendenti scelgono di sfruttarla, in Italia come nel resto del mondo. E’ la musica a fare da regina, questo significa che una canzone riesce a sfondare più facilmente di un audio che parla di uno specifico argomento.parlando di incassi possiamo dire che lo streaming va forte, basti pensare che i servizi di nel triennio 2018-2020 hanno prodotto da soli quasi il 50% dell’intero mercato discografico nazionale.
Digital stores in numeri…
- Spotify paga per ogni singolo ascoltato in streaming 0,0043 $, quindi per 1000 ascolti 4,30 $.
- iTunes, con il servizio Apple Music, paga 0,00735$ per ciascun ascolto, quindi circa 7,35$ ogni 1000.
- Deezer, per ciascun ascolto, paga circa 0,004$, quindi 4$ ogni 1000 ascolti in streaming.
- YouTube è la piattaforma che paga meno per quanto riguarda gli ascolti, con 0,001$ per ciascuno e all’incirca 1$ ogni 1000.
- Tidal è la piattaforma che paga meglio in termini di streaming, con 0,01250$ per ciascun ascolto e 12,50$ ogni 1000.
- Amazon Music non si discosta molto da Spotify, poichè le royalty sono di 0,00402$ per ciascun ascolto e 4,02$ ogni 1000.
In sintesi se si vuol davvero guadagnare con Spotify, maggiori introiti iniziano ad esserci se gli stream per ciascun brano o album superano il milione, cifra considerata come base di partenza per iniziare a vivere realmente con la propria musica.
Cercando di essere concreti si consiglia di raggiungere 1 milione di stream per un singolo brano, in generale…Perché? In questo modo di potrà incassare mediamente:
- circa 4370$ da Spotify Premium,
- 1000$ da Youtube,
- 7350$ da Apple Music,
- 4020$ da Amazon Music,
- 4000$ da Deezer
- 12500$ da Tidal.
Sommando queste cifre e ipotizzando quindi 1 milione di stream per un singolo brano in ognuna di queste piattaforme, un artista può vedersi riconosciuto un compenso di 33.240 $. Ovviamente occorre fare una premessa: Non è sempre così facile raggiungere questi numeri, soprattutto se parliamo di un artista indipendente poco “famoso” a livello nazionale!
Analizziamo Spotify e supponiamo che, in un mese, un artista abbia raggiunto con un singolo brano 10.000 stream, sappiamo che, in teoria, Spotify dovrebbe riconoscergli 43$ circa. L’artista, però, nella realtà quei 43$ non li riceverà mai tutti. Come mai? Questo si verifica perchè Spotify Premium divide la cifra tra:
- l’artista (a cui va generalmente il 30%)
- i proprietari del master e della pubblicazione (di solito l’etichetta discografica),
- i distributori (ovvero la piattaforma e il negozio).
Il 30% destinato all’artista poi va successivamente suddiviso tra:
- autori,
- compositori
- artisti che hanno scritto,
- composto
- eseguito
Per quanto riguarda la versione Free di Spotify, gli incassi devoluti all’artista e all’etichetta sono ancora meno.
Conclusioni: vale la pena investire su Spotify?
Piccole cifre raggiunte con enormi difficoltà, lo streaming online non sembra essere di aiuto in termini economici. Desiderate 1 milione di ascolti su Spotify? Si è possibile ma prima occorre raggiungere una certa notorietà e fama a livello nazionale, sappiate inoltre che su una parte dei compensi, è obbligatorio pagare le tasse. Per questi motivi molti artisti indipendenti ed emergenti rinunciano, scegliendo di stampare e vendere la propria musica attraverso i tradizionali CD fisici. Le soddisfazioni saranno sicuramente maggiori se riuscite a vendere 1000 CD grazie a concerti e live in giro per l’Italia magari col vostro brano migliore, un potenziale tormentone estivo!